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al testo di Salvatore Armando Santoro
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Cancello chiuso mi torturi il cuore quel tuo viale triste e abbandonato tra l'erba incolta brilla tristemente ma ti ricordo bianco e ben curato
con rose e fiori ed alberi da frutto con un fico bianco fuori dalla porta, qualche gioia ancora oggi resiste nella memoria vive e non è morta.
Rivedo la fatica dei miei zii il riso spensierato dei bambini le piante del tabacco in mezzo al campo le filze appese dentro i magazzini.
Ogni giorno ancor foglie da infilzare stenderle all'aria senza mai bagnarle farle asciugare stese ai cavalletti la sera a ben coprirle o ritirarle.
Una fatica immensa e mal pagata ma la vita lo stesso andava avanti fiorivano gli amori e gli abbandoni le delusioni ed anche gioie e pianti.
E nella notte il lugubre cantare della civetta che intorno svolazzava nel buio il suo battito d'ali neri presagi in cuore anticipava.
Essi son li, oltre il cancello chiuso, in quel viale carico di erbacce e in quei locali chiusi e abbandonati che al buio ne conservano le tracce.
Salvatore Armando Santoro (Donnas 30.03.2016 – 00,26)
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Salvatore Armando Santoro
- 30/03/2018 20:05:00
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A FRANCA - Ricordiamo che il boom economico è avvenuto nel corso degli anni 60. Da quella data lentamente lItalia è diventata una nazione industriale. Ma le radici, come sottolinei tu, sono agricole perché buona parte della popolzione, fino agli anni 60, ha vissuto traendo il proprio reddito ed il proprio sostentamento dalla terra. Buona Pasqua anche a te e buon Pasquetta che è quella che ricordo sempre con gioia per le scampagnate fuori porta (ed a piedi) che allora si facevano per festeggiare tale giorno.
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Franca Colozzo
- 30/03/2018 16:40:00
[ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]
Come tutto passa così in fretta! Solo i ricordi restano di quelle mura avite e la memoria ripercorre le emozioni e i sentimenti che quella terra coltivata e ben curata rinnova nella mente del poeta. Di tutta la fatica umana restano solo poche tracce e le erbacce hanno ormai invaso quella che una volta era il luogo degli affetti cari a lui. Salvatore, nella tua lirica si rinvengono situazioni tipiche e ricorrenti nelle nostre campagne e nei vecchi borghi italiani. Ciascuno di noi può immedesimarsi in essa, possedendo una casa vetusta o ricordi di parenti. In fondo il popolo italiano ha radici contadine. Ti rinnovo gli auguri pasquali e ti auguro una buona serata.
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